Nota biografica di Sara Zanghì

Sara Zanghì è nata nel 1931 a Castell’Umberto (Me), un paese in cima di una collina alta 700 Mt, incastonata tra altre delle pendici settentrionali dei Nebrodi e appoggiata sulla Vallis Nemorum o Vallis Dæmonorum, volgarmente Valdemone. Etimologie derivanti dalla leggenda che vuole il luogo abitato da demoni in tempi primordiali, ma probabilmente il termine Nemorum è dovuto all’oscurità dei boschi. È un’altura digradante alla valle con piccoli borghi sparsi sulle pendici rigogliose di agrumi ulivi noccioli e vigne arrampicate sugli alberi, il cielo perennemente sorvolato dagli uccelli.

La casa era appena fuori dal centro del paese e dal balcone era visibile l’ampio panorama da est a ovest, dai monti Peloritani confinanti, a sud, con l’Etna cui segue la nebride catena fino alle Rocche del Crasto, e la costa scendente da quelle altezze, con case lungo le tortuose strade che la percorrono, fino al fondo valle dove scorre il torrente che porta al mar Tirreno i lavacri montani.
Nelle sere d’inverno, le cime innevate rischiaravano la notte, e quando il vulcano era in eruzione, il riflesso dei suoi bagliori accendeva tutto l’orizzonte.
Terminata la scuola media, nel 1945 è trasferita con la famiglia a Messina per continuare gli studi. Qualche anno dopo la laurea, vinto il concorso a cattedra, ha lasciato la Sicilia ed ha insegnato Letteratura Italiana e Storia negli Istituti Superiori prima a Viterbo, poi a Roma, dove vive.
Dal tempo delle scuole elementari, scriveva piccole poesie e racconti, dati alle fiamme al tempo dell’università per scoramento dopo aver ascoltato una lezione di estetica da un professore ritenuto un luminare.
Durante l’insegnamento, si è dedicata alla critica letteraria e alla storiografia e ha scritto una Storia del Viterbese in collaborazione con Mimma De Leo, pubblicata con le Edizioni Marsilio.
Ha ripreso la scrittura creativa negli anni Ottanta e da allora sono usciti i suoi libri di poesia: Fort-da, ed. de Il Lavoro Editoriale, Ancona, 1986; Il circo smantellato, Sciascia, Caltanissetta, 1987; Una sospettata inclinazione, Empirìa, Roma, 1995 (Premio poesia Dario Bellezza 1997)- 2^ edizione, con l’aggiunta di una nuova sezione, 2002.
Di prosa: i racconti Io e loro, ed. Empirìa, Roma, 1992 (trad. in spagnolo nel 1993), Un poeta a Capo d’orlando, ed. Ogni uomo è tutti gli uomini, Bologna, 2009, Non tutto è perduto, Empirìa 2011; i romanzi La cima della stella, ivi,1998, ristampa 2006; Nebris, ivi, 2003 (Premio Amelia Rosselli 2004)- ristampa 2004, 2010; Matilde, come una leggenda, L.Tufani, Ferrara, 2008.
Un uovo un romanzo, Bronte, uscirà nel marzo del 2013. Suoi testi sono presenti in diverse riviste e antologie anche straniere.
Varie le traduzioni dallo spagnolo.

2 commenti:

  1. Ciao Sara, sono Angelo Falesiedi, mi piacerebbe tanto risentirti.
    Il mio indirizzo mail è: anfalex@tin.it

    RispondiElimina
  2. Mi chiamo Antonio Dovico, sono nato a Castell' Umberto il 16/07/1937, ho conosciuto il padre e il fratello di Sara Zanghì, ma non lei e il resto della famiglia. Ho letto il suo romanzo Nebris, e sono rimasto scioccato delle sua imperturbabilità con la quale parla di un padre degenere. Un "pregio" difficilmente riscontrabile in uno scrittore, qualunque sia la sua statura professionale. Sara parla pure della su anomalia sessuale, e lo fa in un modo talmente naturale da farmi riflettere. L'ho fatto, e trovo che, come ne parla lei, si tratta più di un amore platonico, che peccaminoso. Peccato che è morta, e non ne possiamo parlare. Mi sono accontentato di andare a trovare la sorella, con la quale abbiamo conversato bene, ma senza accennare al romanzo o alla sorella. Per prudenza, naturalmente.

    RispondiElimina